Fez..due persone incarcerate per aver insultato le istituzioni costituzionali tramite “TikTok”

Questo articolo è stato tradotto automaticamente da HIBAPRESS, la versione araba:

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Heba Press – Fez

Oggi, mercoledì 22 gennaio, la procura di Fez ha deciso di arrestare due persone nel carcere locale di Borkaiz per aver pubblicato sulla piattaforma “Tik Tok” video offensivi nei confronti delle istituzioni costituzionali. Questo caso, che riguarda l’uso improprio dei social media, rappresenta un nuovo esempio dell’escalation di misure legali adottate dalle autorità marocchine contro azioni che minacciano la sicurezza pubblica e rispettano la sovranità costituzionale.

La divisione regionale della polizia giudiziaria affiliata alla sicurezza dello Stato di Fez aveva aperto un’indagine su istruzioni del pubblico ministero, dopo la diffusione sui social network di videoclip che denunciavano evidenti abusi delle istituzioni costituzionali. Questi video hanno suscitato diffuse polemiche perché mostravano comportamenti considerati incendiari nei confronti di importanti istituzioni dello Stato marocchino.

Grazie alle indagini la polizia è riuscita a identificare gli indagati, che sono due persone, di cui una intorno ai sessant’anni e l’altra intorno ai vent’anni. Sono stati interrogati sul contenuto dei video trasmessi e confrontati con prove che indicavano il loro coinvolgimento nella pubblicazione di questi materiali offensivi. Di conseguenza, il pubblico ministero ha deciso di imprigionarli in attesa dell’inizio del processo per indebolimento delle istituzioni costituzionali.

Questo caso è un esempio di come le autorità marocchine affrontano le violazioni legate alla libertà di espressione su Internet, in particolare su piattaforme come “Tik Tok”. Sebbene queste piattaforme forniscano uno spazio aperto per esprimere opinioni, si è verificato un aumento dei problemi legati al loro utilizzo per pubblicare contenuti che minacciano la stabilità pubblica o danneggiano le istituzioni nazionali.

Va notato che le leggi marocchine considerano l’insulto alle istituzioni costituzionali un crimine punibile dalla legge, il che solleva interrogativi su come bilanciare la libertà di espressione e la protezione delle istituzioni costituzionali contro insulti che potrebbero danneggiare la loro reputazione o minacciare la stabilità dello Stato.

Resta da vedere se questa questione aprirà la strada a nuove leggi o cambiamenti legali che regolano l’uso dei social media nel paese, in un contesto di accelerazione dello sviluppo tecnologico e crescente dipendenza da queste piattaforme per esprimere l’opinione pubblica.

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