Regagui di fronte al fatto di fatto nel momento in cui il Marocco vive l’età d’oro del suo calcio

Questo articolo è stato tradotto automaticamente da HIBAPRESS, la versione araba:
Hibapress-Rabat-Hamid Yahya (opinione)
Il Marocco vive l’età d’oro del suo calcio. Dopo un anno eccezionale per le selezioni marocchine, con le incoronazioni continentali degli U17, U23 e gli uomini e le donne futsal, ora spetta al Team A estendere questa dinamica vittoriosa. L’ora della verità si sta avvicinando e tutti gli occhi si rivolgono alla prossima Coppa Africana di nazioni, che verrà giocata a casa, sulla terra del Regno. E questo cambia tutto!
Contestare la lattina in Marocco significa beneficiare del sostegno incrollabile del pubblico marocchino, dell’atmosfera elettrizzante degli stadi, e in particolare di questa mitica canzone “Sir, signore, signore” che trascende i giocatori e sveglia i loro talenti. Un fattore emotivo che può, certamente, dare una mancia a partite strette e galvanizzare i leoni nei momenti decisivi, ma che costituisce anche un’ulteriore pressione sui giocatori che non avranno diritto all’errore.
La sfida è quindi immensa, ma gli ingredienti sono lì. Il Marocco ha una generazione d’oro, forgiata nelle migliori accademie, evolvendo nei più grandi club europei e animato da uno spirito di conquista. Non avere mai gli Atlas Lions così pronti a includere il loro nome in lettere d’oro nella storia del calcio africano.
Ma vincere una lattina, specialmente a casa, richiede molto più che talento. Sarà necessario costruire una forte coesione, gestire gli ego in uno spogliatoio stellare e mostrare una visione tattica lucida e in evoluzione. Rimangono domande tattiche, specialmente a livello di difesa, che dovrà essere riconfigurata per offrire le garanzie necessarie contro le grandi nazioni del continente. Ma anche qui, questo è il lavoro dell’allenatore e come osservatori, giornalisti e sostenitori, poniamo la nostra fiducia in Walid Regagui, le cui scelte e autorità nel gruppo hanno già dimostrato la loro efficacia.
E per una volta, il pubblico marocchino, impegnativo e appassionato, non si aspetta “ADAE” (performance), ma mira al titolo. Una consacrazione logica dopo anni di lavoro, le emozioni del Qatar e l’ascesa di un’intera generazione.
La storia è in corso e Regagui detiene la penna. I prossimi giorni ci diranno se sarà in grado di scrivere, nelle lettere di capitale, il capitolo pieno di incorniciatura continentale.