L’Associazione Saharawi per la Difesa dei Diritti Umani chiede giustizia nell’inchiesta condotta dall’ex giudice del Tribunale Nazionale, Baltasar Garzón contro Brahim Ghali

HIBAPRESS-RABAT
Il presunto “presidente della SADR” Brahim Ghali è da tempo perseguito per gravi crimini contro l’umanità con genocidio, associati a crimini di omicidio, lesioni, detenzione illegale, terrorismo, tortura e sparizioni forzate, crimini che hanno portato alla sua accusa a cura dell’Associazione Saharawi per la Difesa dei Diritti Umani (ASADEDH)
Conosciamo il terrore che infuria nei campi del Polisario dove Ghali vuole rendere la vita difficile ai Saharawi sequestrati che vivono sotto il giogo della sua tirannia e di quella dell’Algeria.
Resta il fatto che tutti gli atti barbarici commessi da Ghali non sono avvenuti senza che ASADEDH abbia reagito saggiamente volendo incriminarlo affinché potesse pagare per i suoi crimini, tranne che il dossier Ghali e le sue sentenze nei tribunali spagnoli sono rimasti lettera morta.
In questo modo, l’ASADEDH ha appena portato alla luce agli occhi dell’opinione pubblica internazionale le molteplici irregolarità constatate dall’inizio dell’inchiesta condotta dall’ex giudice del Tribunale Nazionale, sig. Baltasar Garzón, nell’ambito della denuncia presentata da ASADEDH contro Brahim Ghali, accusato di gravi crimini contro l’umanità con genocidio, associati a crimini di omicidio, ferimento, detenzione illegale, terrorismo, tortura e sparizioni forzate, crimini che, secondo il diritto internazionale e la Carta delle Nazioni Unite, costituiscono crimini contro pace e sicurezza internazionali.
Tuttavia, secondo ASADEDH, la denuncia presentata dall’associazione dal 2007 è stata incomprensibilmente respinta quest’anno 2024 a causa di “prescrizione” da parte della Corte Suprema.
ASADEDH desidera inoltre confermare che ha piena fiducia nella giustizia spagnola e pertanto impugna questa decisione affinché nessun crimine commesso contro la popolazione sahrawi nei campi di Tindouf (Algeria) rimanga impunito e nessun responsabile del Fronte Polisario sfugga alla giustizia.