Oggi Giornata internazionale delle Nazioni Unite a sostegno delle vittime della tortura: un uso della tortura pericoloso perché contagioso

HIBAPRESS-RABAT-NU

Le violazioni dei diritti umani a volte ricevono il sostegno della gente e i canali democratici che pervertono. Secondo Rodrigo Duterte, che ne fece un argomento elettorale durante le elezioni presidenziali del 2016 nelle Filippine, queste violazioni hanno permesso al presidente eletto di capitalizzare fino all’85% di consensi nonostante – o grazie – alla sua brutale e sanguinosa “guerra” condotta contro la droga in sfida alla legge. Le possibili decine di migliaia di omicidi di persone sospettate di essere coinvolte nel traffico di droga avranno avuto scarso effetto sul suo plebiscito.

Questo esempio, tratto dal rapporto, illustra quello che Marc Crépon, filosofo, direttore della ricerca al CNRS e direttore del Master di Filosofia all’École Normale Supérieure, chiama nel suo articolo introduttivo il “disturbo della seduzione” della tortura: “(l ) la paranoia propria dei regimi oppressivi induce, infatti, il sospetto che ogni opposizione politica rischi di svilupparsi clandestinamente, che sia comunque più diffusa di quanto appaia. (…) La sua follia omicida si basa quindi sulla convinzione che la “sicurezza” dello Stato non deve negarsi alcun mezzo per estirpare le coscienze, per strappare dai corpi la verità “maliziosa” che essi nascondono.

Ma questa convinzione è contagiosa. Oggi il confine tra dittatura e democrazia diventa sempre più sfumato, tanto che nessuna società è al sicuro dall’arrivare insidiosamente ad acconsentire alla tortura”, analizza.

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